“Emissari di Salvini in Russia per finanziare la Lega”, spunta un audio

di Redazione

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“Emissari di Salvini in Russia per finanziare la Lega”, spunta un audio

| mercoledì 10 Luglio 2019 - 16:29

Una trattativa tra emissari di Matteo Salvini e alcuni russi per negoziare un finanziamento milionario di Mosca alla Lega. È emerso da un audio diffuso in esclusiva dal sito Usa BuzzFeed. Secondo quanto riporta il sito di informazione, il 18 ottobre scorso Gianluca Savoini, dell’entourage del leader leghista, si è incontrato con altre 5 cinque persone, due italiane e tre russe, allo storico Hotel Metropol di Mosca.

Pronta la risposta del vicepremier della Lega. “Ho già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani: mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia”, ha detto Salvini.

L’audio di BuzzFeed

E nell’audio ottenuto, scrive BuzzFeed, “si sentono negoziare i termini di un accordo per inviare milioni di dollari frutto dei proventi del petrolio russo al partito di Salvini, attraverso un canale segreto”. Nell’audio si sente Savoini dire in inglese: “Il prossimo maggio ci saranno le elezioni in Europa. Noi vogliamo cambiare l’Europa. E una nuova Europa deve essere vicina alla Russia come prima, perché vogliamo riprenderci la nostra sovranità. Salvini è il primo che vuole cambiare l’Europa. Insieme ai nostri alleati in Europa”.

Nella registrazione, spiega ancora BuzzFeed, Salvini viene descritto con entusiasmo dai russi come “il Trump europeo“.

La replica di Salvini

Pronta la risposta del vicepremier della Lega. “Ho già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani: mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia”, replica Salvini.

Non ci sono mai stati fondi né soldi per la Lega da parte di nessuno di quelli citati da BuzzFeed. Tutte parole e blablabla, come peraltro ha appena detto Salvini” risponde Gianluca Savoini, ex portavoce del leader della Lega e presidente dell’associazione Lombardia-Russia, interpellato dall’Adnkronos.

Il Pd attacca: “O è una fake news o è uno scoop clamoroso”

l Pd chiede chiarimenti. “Rubli dalla Russia alla Lega per una campagna elettorale contro l’euro? Va tutto chiarito immediatamente” il post su Facebook del segretario del Pd, Nicola Zingaretti.

“O questa è una Fake News o questo è uno scoop clamoroso. Usare il petrolio russo per finanziare la Lega? Sarebbe pazzesco. L’unico che può chiarire è Salvini: deve chiarire lui, subito” scrive Matteo Renzi su Twitter rilanciando il post di BuzzFeed.

“A Renzi rispondo che è buona la prima, è un falso clamoroso – dice all’AdnKronos Giulio Centemero, tesoriere della Lega – Basta vedere i nostri bilanci, che sono online, per capirlo”.

Il gruppo Pd di Palazzo Mandama

Intanto il gruppo Pd di Palazzo Madama chiede conto ai tesorieri della Lega di produrre documenti certi per smentire il sito di informazione BuzzFeed. “La Lega ha ricevuto finanziamenti dalla Russia? Le smentite d’ufficio del partito di Salvini non bastano, ora servono certezze” si legge in una nota.

“Il sito – scrivono – racconta di un presunto incontro avvenuto ad ottobre tra tre uomini russi e tre italiani, uno dei quali sarebbe Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardia-Russia vicina alla Lega, nel corso del quale sarebbe stato concordato un finanziamento al Carroccio. Se questi fatti – scrivono i senatori – testimoniati peraltro da file audio, fossero confermati, ci troveremmo di fronte ad una pesante ingerenza di uno stato sovrano, la Russia, sul voto di un paese dell’Unione europea”.

“Altro che prima l’Italia e gli italiani – proseguono – il quadro che emerge da questo articolo è inquietante ed è coerente con la vicenda dei 49 milioni di euro di finanziamento pubblico alla Lega spariti nel nulla, di cui chiediamo conto da tempo senza ottenere risposte. Come gruppo Pd al Senato chiediamo dunque al vicepremier e leader del Carroccio Salvini, che in queste ore si dice estraneo e minaccia querele, di chiarire al più presto questa ulteriore vicenda anche nelle aule parlamentari”.

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