Pozza dei fanghi di Vulcano a rischio, Regione: “O si entra gratis o si chiude”

di Rosanna Pasta

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Pozza dei fanghi di Vulcano a rischio, Regione: “O si entra gratis o si chiude”

| martedì 23 Luglio 2019 - 10:09

La Pozza dei fanghi di Vulcano è a rischio chiusura. Al centro di un’animato dibattito la gestione del laghetto termale. Nonostante siamo in piena stagione turistica la Regione (assessorato energia) intima alla Geoterme, società che ha in mano la gestione da un vent’ennio: “O tutti entrano gratis sia gli isolani che i turisti, oppure sarà intimata la chiusura immediata“.

L’ingresso è sempre stato a pagamento, ad eccezione dei residenti. Ora però le cose potrebbero cambiare definitivamente, in attesa di una prossima gara per la concessione della gestione.

Pozza dei fanghi di Vulcano a rischio

La decisione della Regione deriva da una “scoperta” fatta a Palermo. Sembra infatti che i proventi dell’accesso ai fanghi termali, ritenuti bene minerario e, quindi, di proprietà regionale, finirebbero solo nelle casse della “Geoterme”. Inoltre, sempre dalla Regione, si evidenzia come la società vulcanara non sia mai stata destinataria di concessione.

La matassa da dipanare è bella grossa. Nell’attesa, la Regione intima la chiusura delle terme al pubblico, con inevitabili contraccolpi dal punto di vista turistico. La vicenda si aggiungerebbe ai “problemi” già causati dall’eruzione del vulcano di Stromboli.

Ma non finisce qui. La questione della chiusura del laghetto si somma, infatti, ad altre gravi inadempienze che stanno mettendo in ginocchio l’Isola. Prima fra tutte la carenza di acqua, che dipende da carichi a pagamento. In più, Vulcano, negli ultimi tempi è letteralmente sommersa dalla spazzatura a causa della carente raccolta. Non solo i residenti ma anche i turisti hanno persino segnalato una proliferazione di scarafaggi notevolmente superiore alla norma. Situazione che mina la vivibilità e l’afflusso di turisti, con evidenti danni economici.

La questione della concessione

Da un’indagine effettuata dai carabinieri, su input della procura della Repubblica di Barcellona, è emerso che gli introiti del ticket per l’accesso alle terme di Vulcano beneficiano solamente la Geoterme e la famiglia Conti, a cui fa capo.

Sembra però che non esista una concessione. Per salvare la stagione estiva 2019, l’unica soluzione, secondo la Regione, sarebbe solo quella di un ingresso gratuito al laghetto in attesa di una a gara per stabilire chi dovrà gestirlo.

Lunedì il sindaco Marco Giorgianni a Palermo avrà un incontro con i dirigenti regionali, in particolare i funzionari del Dipartimento diretto dall’ing. Tuccio Urso, per cercare di trovare una soluzione per evitare un nuovo danno turistico dopo Stromboli.

Il laghetto termale è di proprietà regionale. Le caratteristiche idrotermali benefiche dei fanghi sono attestate da specifiche analisi, e proprio queste peculiarità porteranno a formalizzare una gara per lo sfruttamento. Con la nuova gara che dovrà essere indetta per lo sfruttamento, una parte dei ricavi saranno destinati alla Regione, oltre che al concessionario.

La Sicilia è una terra ricca di bellezze e con una grande potenzialità termale purtroppo sottoutilizzata. Una miniera straordinaria che coniuga benessere, turismo, economia che non viene valorizzata come meriterebbe. La Sicilia dovrebbe prendere esempio da rinomate località nazionali, che di luoghi simili hanno fatto un’industria capace di implementare la filiera dell’accoglienza, alimentando un indotto fiorente e con importanti ricadute occupazionali. Ma le esperienze nell’Isola finora sono state deludenti.

Le gravi condizioni della Sp 178 a Vulcano

La deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’Ars, Roberta Schillaci, ha presentato un’interrogazione all’Ars per segnalare “le gravissime condizioni in cui versa la Sp 178 a Vulcano“.

“Si tratta – ricorda Schillaci – dell’unica arteria stradale di collegamento tra la zona del porto e le contrade Piano e Gelso, unica via di accesso alle aree turistiche dell’isola e unico percorso che consente ai circa 50 bambini di raggiungere la scuola di contrada Piano. Ai già noti problemi come il manto stradale sconnesso, la mancanza di muri di contenimento, il restringimento della carreggiata a causa della vegetazione, la mancanza di segnaletica e illuminazione, si è aggiunta una frana al km 3, che ha notevolmente aggravato la situazione. Sono parecchi i pericoli per i residenti, turisti e i mezzi in transito, compresi gli autobus che svolgono servizio pubblico di linea. Mi risulta che siano stati presentati anche degli esposti alle forze dell’ordine, da parte degli amministratori locali”.

“Non dimentichiamo poi che questa strada – aggiunge Schillaci – rappresenta una importantissima via di fuga per eventuali operazioni di Protezione civile ed evacuazioni in caso di emergenze o calamità, ma anche in condizioni ordinarie è una via essenziale per lo sviluppo economico delle attività e per il libero e regolare flusso dei turisti ospiti nell’isola. Ho chiesto quindi al Governo regionale quali misure intenda adottare per intervenire per il ripristino della Sp 178, anche considerando la prossima riapertura della scuola”.

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