Landini: “Meno tasse sul lavoro e piano per gli investimenti”

di Redazione

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Landini: “Meno tasse sul lavoro e piano per gli investimenti”

| sabato 07 Settembre 2019 - 15:32

ROMA (ITALPRESS) – “Ci voleva finalmente un governo, dopo tanto tempo perso, quattordici mesi di campagna elettorale, intanto che i problemi si aggravavano. È quello che non solo io, ma tutto il movimento sindacale chiedeva: un governo di svolta rispetto alle politiche economiche e sociali sbagliate – badi bene – non solo dell’ultimo, ma anche degli altri governi precedenti. E poi costruire un rapporto diverso con l’Europa, invertire la spinta alle disuguaglianze partendo da una grande riforma fiscale, la totale revisione della Fornero. Staremo a vedere, ma intanto si è dimostrato che quella maggioranza, se c’era la volontà, poteva nascere”. Cosi’ in un’intervista al quotidiano la Repubblica il leader della Cgil Maurizio Landini.

“Io non sono un suggeritore di equilibri di governo – tiene a precisare -, sono un custode geloso dell’autonomia del sindacato dai partiti, dal governo e dalle imprese. L’abbiamo dimostrata sul campo. Non ci lasciamo condizionare, per noi valgono quei contenuti che abbiamo definito con Cisl e Uil e sostenuti con la mobilitazione nel Paese”. Ed in merito al premier Giuseppe Conte, dice: “Ha dimostrato coraggio politico e rispetto delle istituzioni. Ora che guida un’altra maggioranza, mi dà l’impressione che, a differenza dei precedenti, abbia capito che i cambiamenti non si realizzano senza le parti sociali. Con Cisl e Uil abbiamo già chiesto che si attivi il confronto, che instauri un rapporto strutturale, vero e produttivo, con le organizzazioni sindacali e datoriali. Ho fiducia. È questo un altro dei segnali di discontinuità che il governo deve dare rispetto agli esecutivi che l’hanno preceduto. La democrazia è fatta di rappresentanza”.

La prima richiesta, aggiunge sarà “una seria riforma fiscale. Che riduca la tassazione sul lavoro dipendente e sulle pensioni, in modo che la gente veda aumentare le proprie entrate. Accompagnata da una ripresa della lotta contro l’evasione fiscale e da un provvedimento che affronti in una logica di solidarietà e di lotta alle diseguaglianze, l’abnorme concentrazione di ricchezza finanziaria e patrimoniale che si è determinata. Questa è una delle priorità, se si vuole allestire un piano straordinario di investimenti, da contrattare anche in Europa”. Ma ci sono anche provvedimenti che secondo il sindacalista vanno rivisti: “Oltre ai decreti sicurezza di Salvini e a un approccio più complesso e direi accogliente nei confronti dell’immigrazione riaprendo una discussione con l’Europa sulle regole, va profondamente rivisto il cosiddetto ‘sbloccacantieri’ che aumenta la piaga dei subappalti e facilita la malavita a sfuggire ai controlli. In edilizia, al contrario si possono sperimentare anche forme di intervento pubblico, come utilmente avvenuto nella integrazione Salini-Impregilo-Cdp-Fondazioni bancarie”.

E sulla questione dei bassi salari, dobbiamo aspettarci un autunno caldo? I metalmeccanici chiedono 153 euro di aumento. “Se è per quello – spiega -, gli alimentaristi, con ragione, ne chiedono 205. E poi ci sono i bancari… l’anno prossimo scadono i contratti di 9 milioni di dipendenti privati, a cui si aggiungono i pubblici. Cgil, Cisl e Uil chiedono unitariamente che i prossimi aumenti salariali vengano detassati, per favorire anche una ripresa dei consumi”.

(ITALPRESS).

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