Tifoso ucciso prima di Inter-Napoli, arrestato un ultrà napoletano: ha legami con la camorra

di Redazione

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Tifoso ucciso prima di Inter-Napoli, arrestato un ultrà napoletano: ha legami con la camorra

| venerdì 18 Ottobre 2019 - 10:37

La Digos ha arrestato a Napoli un ultrà per l‘omicidio di Daniele Belardinelli prima di Inter-Napoli a Milano, il 26 dicembre 2018. Si chiama Fabio Manduca, ha 39 anni e secondo la Procura avrebbe legami con la camorra.

Tifoso ucciso prima di Inter-Napoli, arrestato un ultrà napoletano: ha legami con la camorra

Inoltre, l’uomo arrestato avrebbe legami anche con il gruppo ultras partenopeo dei ‘Mastiffs’. Questo il risultato delle indagini del procuratore aggiunto Letizia Mannella e dei pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri.

Manduca, titolare col fratello di un’impresa di pompe funebri, ha precedenti per furto, ricettazione, commercio di prodotti falsi e truffa.

Fabio Manduca è accusato di omicidio volontario. La sera di Santo Stefano del 2018 ha travolto e ucciso Daniele Belardinelli nel corso degli scontri tra ultras prima della partita Inter-Napoli in via Novara. La tragedia è avvenuta a meno di 2 chilometri dallo stadio di San Siro, a Milano.

L’uomo nel corso delle indagini si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Adesso è accusato di aver accelerato mentre guidava una Renault Kadjar che faceva parte della ‘carovana’ degli ultras napoletani, quando, proprio all’inizio degli scontri, un gruppo di ultrà interisti invase la strada con un assalto programmato, con tanto di mazze, coltelli e bastoni.

L’ultrà del Napoli, che aveva in macchina altri tifosi, dopo aver superato un’altra auto della carovana, un’Audi A3, avrebbe puntato dritto al gruppo di ultras ‘rivali’ e investito volontariamente Belardinelli (39 anni, ultrà del Varese, tifoseria gemellata con quella interista), passando sopra il corpo e proseguendo, poi, la marcia. Lo riporta Ansa.it.

L’uomo che ha investito Belardinelli è stato individuato grazie ad un lungo e meticoloso lavoro degli investigatori della Digos sui filmati delle telecamere della zona.

Altri elementi sono arrivati, poi, dalle intercettazioni telefoniche, dall’incrocio delle versioni rese da alcuni indagati per gli scontri e anche dagli esiti di alcune perizie biologiche e anche sulle condizioni della macchina che venne sequestrata, assieme a diverse altre.

Lo scorso marzo, intanto, erano arrivate 5 condanne fino a 3 anni e 8 mesi e un patteggiamento (per Luca Da Ros, l’unico ad aver collaborato alle indagini) per i 6 ultras interisti arrestati per rissa aggravata e altri reati pochi giorni dopo l’assalto in stile “militare”, tra cui i capi della curva interista Marco Piovella e Nino Ciccarelli.

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