Inizia l’autopsia su Gioele, il figlio della deejay Viviana Parisi: trovati dei potenziali indizi

di Redazione

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Inizia l’autopsia su Gioele, il figlio della deejay Viviana Parisi: trovati dei potenziali indizi

| mercoledì 26 Agosto 2020 - 16:34

È cominciata l’autopsia al piccolo cadavere di Gioele, il figlio della Dj Viviana Parisi, trovata morta lo scorso 8 agosto. Nel corpo, come apprende l’Adnkronos, c’erano delle pietruzze che potrebbero essere utili ai periti per stabilire il luogo e la data della morte del bambino.

La tac sui resti del piccolo Gioele è servita per effettuare dei rilievi antropometrici, come ha spiegato Daniela Sapienza, medico legale della task force di esperti che parteciperà all’autopsia. “Per correlare il soggetto all’età anagrafica, sesso, e quanto utile per fare i rilievi antropologici”. “E quindi, all’identificazione del piccolo Gioele. Poi andiamo a vedere se ci sono segni di lesività macroscopica su questi resti – ha detto ancora il medico legale – e infine vediamo di determinare l’epoca della morte”.

Continuano gli accertamenti anche presso il laboratorio genetico forense della Polizia scientifica di Palermo, per esaminare alcune tracce biologiche, ritrovate sulla Opel Corsa di Viviana.

Tra le ipotesi avanzate dalla Procura c’è quella dell’incidente stradale in cui il piccolo, senza la cintura allacciata al seggiolino, avrebbe sbattuto la testa e si sarebbe ferito.

“Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa”. Lo ha detto l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele. “Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – aggiunge – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché”. L’avvocato ipotizza che il corpo del bambino sia stato “verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato” e che “non si conosce la posizione originaria, quella in cui è morto”.

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