Papa Francesco, un anno di Pontificato: | sobrietà e riforme, la “rivoluzione gentile”

di Adriano Frinchi

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Papa Francesco, un anno di Pontificato: | sobrietà e riforme, la “rivoluzione gentile”

| giovedì 13 Marzo 2014 - 07:03

L’annuncio dell’elezione del nuovo Pontefice è di per sé un evento storico e straordinario. Quella sera del 13 marzo, tutti, dagli esperti commentatori di cose vaticane ai fedeli che assistevano stipati tra le braccia del colonnato del Bernini, ebbero la certezza che con quel cardinale argentino venuto “dalla fine del mondo” sul soglio pontificio difficilmente tutto sarebbe rimasto come prima.

E così è stato. Un anno dopo siamo qui a raccontare la “rivoluzione gentile” di Papa Bergoglio fatta di parole semplici e dirette e di gesti carichi di umanità e profezia, ma soprattutto di sobrietà. Sullo sfondo le grandi riforme, da quella della Curia a quella dello Ior, un sorprendente e commovente primo viaggio apostolico a Lampedusa, senza trascurare la lotta alla pedofilia tra le fila del clero e lo slancio alla nuova evangelizzazione.

UN ANNO DI PONTIFICATO PER PAPA FRANCESCO, GUARDA LE IMMAGINI

Ma sono i dettagli, quelli quotidianamente colti dal circuito mediatico, che hanno segnato questo primo anno di pontificato: la croce di ferro, le semplici scarpe nere, la ormai celebre borsa che il Papa porta da solo, l’affabilità e lo stravolgimento continuo del protocollo e delle regole di sicurezza. Sono questi i colorati tasselli che stanno disegnando la figura di Papa Francesco nell’immaginario collettivo.

Un mosaico di successo come sancito dal vasto consenso che riscuote Papa Bergoglio sulla stampa, anche laica, ma soprattutto tra i fedeli. Un recentissimo sondaggio di Famiglia Cristiana dice che con Papa Francesco aumenta la fede, la frequenza della Messa e migliora l’immagine della Chiesa. Lo stesso sondaggio vuole il pontefice argentino a metà strada tra don Camillo e Robin Hood. “Oh what a lovely Pope!” si sorrideva ieri sul Foglio di Giuliano Ferrara commentando questo consenso indiscusso.

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Eppure questo “successo” che farebbe felice qualunque comunicatore, lascia qualche perplessità. Qualche tempo fa una vecchietta esclamò ingenuamente al passaggio di Francesco: “ma non sembra un Papa”. E qualche dubbio sembra cominciare ad inquietare anche lo stesso Papa Francesco.

Bergoglio nella sua ultima intervista al Corriere della Sera si è sfogato con Ferruccio De Bortoli: «dipingere il Papa come una sorta di superman, una specie di star, mi pare offensivo. Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale».

Cos’è questa inquietudine? La paura di un uomo mite per le vertigini del successo? Il timore della folla, la folla che è capace di osannare e crocifiggere? Probabile. Forse però in Bergoglio si sta facendo strada la consapevolezza che dopo le dimissioni di Benedetto XVI e il suo esordio di Pontificato, il Papato, come probabilmente la Chiesa, non saranno più gli stessi.

L’ultimo “esemplare” di Papa sta nascosto in Vaticano, nel mondo si sta affermando una nuova concezione di Pontefice, forse anche di Chiesa.

“Non siamo più comunisti, babbo?”. E il genitore: “No. Ma ci mancheremo” – così il Cipputi di Altan, in una fenomenale vignetta all’indomani della Bolognina.

“Si mancherà” anche il Papa forse, ma non è ancora ben chiaro cosa partorirà il primo papa gesuita. Il futuro, mai come in questo caso, è inimmaginabile.

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