Siria, raid del regime a Khan Sheikhun: 58 morti | “Usati gas tossici e armi chimiche”. Damasco nega

di Redazione

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Siria, raid del regime a Khan Sheikhun: 58 morti | “Usati gas tossici e armi chimiche”. Damasco nega

| martedì 04 Aprile 2017 - 15:06

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha denunciato quest’oggi, 4 aprile, l’impiego di gas tossici in un raid aereo del regime compiuto a Khan Sheikhun, città nella provincia nord-occidentale di Idlib, attualmente sotto il controllo dei ribelli al governo di Damasco e dei qaedisti dell’organizzazione Fatah al Sham.

Il bilancio provvisorio dell’attacco (reiterato poi contro alcune strutture ospedaliere) è drammatico: i morti sarebbero almeno 58, undici dei quali sono bambini;  almeno 400 i feriti, ma numerosi testimoni parlano anche di centinaia di civili colpiti da attacchi di vomito e schiuma alla bocca.

Per l’osservatorio tali sintomi sarebbero riconducibili all’uso di armi chimiche, con particolare riferimento al gas nervino Sarin (vietato dalle risoluzioni internazionali). Il governo di Damasco ha smentito tale accusa: “Armi chimiche? Non le usa e non le ha usate, prima di tutto perché non le ha”. 

Unanime, invece, la condanna a livello internazionale per l’accaduto, con il Consiglio di Sicurezza dell’Onu mercoledì ha organizzato una riunione di emergenza sull’attacco chimico. Netta la presa di posizione di Staffan de Mistura, inviato speciale delle Nazioni unite per la Siria: “È stato un attacco chimico, venuto dall’aria. Stimoleremo tutti quelli che hanno la capacità di capire tecnicamente cosa è succeduto. Quello che sappiamo è che è stato un orrore”.

Affidata invece al portavoce dalla Casa Bianca, Sean Spicer, la presa di posizione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che accusa la precedente amministrazione: “Si tratta di un atto intollerabile e le conseguenze sono imputabili alla precedente amministrazione, che non fece nulla dopo che il presidente siriano varcò la cosiddetta linea rossa fissata da Obama”.

Questo il messaggio del presidente turco Erdogan durante un colloquio telefonico con Vladimir Putin: “Il presidente Erdogan ha detto che questo tipo di attacco è inumano e inaccettabile, un crimine contro l’umanità che merita una punizione e che può distruggere l’intero processo di pace, vanificando tutti gli sforzi di negoziato” (nessun riferimento esplicito però è presente su chi sia il soggetto condannato da Erdogan). Il cremlino ha smentito invece proprie responsabilità: “Nessun aereo russo ha compiuto raid su Idlib”.

Allarmata la posizione del ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, che chiede un confronto immediato a livello internazionale: “Un nuovo e particolarmente grave attacco chimico è avvenuto questa mattina nella provincia di Idlib. Le prime informazioni suggeriscono un grande numero di vittime, anche bambini. Condanno questo atto disgustoso”, mentre l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha puntato il dito contro il regime di Bashar al-Assad: “Ovviamente c’è una primaria responsabilità del regime perché deve proteggere il suo popolo, non attaccarlo. É una notizia tremenda”.

Indignato il presidente francese, Francois Hollande: “Ancora una volta il regime siriano negherà l’evidenza delle sue responsabilità. Come nel 2013, Bashar Al-Assad, conta sulla complicità degli alleati per beneficiare di una impunità intollerabile. Chi sostiene questo regime può misurare una volta di più la portata della sua responsabilità politica, strategica e morale”. Mentre il premier israeliano afferma: “Le immagini terribili dalla Siria dovrebbero scuotere ogni essere umano. Ci appelliamo al mondo per tenere le armi chimiche fuori dalla Siria”.

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