Contratto Lega-M5S, adesso il voto online dei grillini

di Redazione

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Contratto Lega-M5S, adesso il voto online dei grillini

| giovedì 17 Maggio 2018 - 08:09

Potremmo davvero essere al tavolo conclusivo. Di Maio e Salvini starebbero intavolando l’ultimo atto della trattativa giallo-verde. Ad annunciarlo è direttamente il leader grillino che, fiducioso, dichiara sciolti tutti i nodi del programma di governo. Non sarebbero previsti, inoltre, ulteriori vertici con Matteo Salvini.

“Credo che domani il contratto sarà messo al voto online degli iscritti”, afferma, dunque, il capo politico del Movimento. Come più volte ribadito, saranno gli attivisti a battezzare il nascente governo grilloleghista. Dopo giorni di estenuante trattativa, probabilmente, siamo davvero all’atto finale.

Contratto di governo, Martina: “Mix di autoritarismo e propaganda”

Il segretario dem, oggi, ha scelto di commentare il contratto di governo Lega-M5S. “Quello che abbiamo letto fin qui è preoccupante”, esordisce e non perde tempo ad elencare tutti i punti in cui non concorda con l’alleanza grilloleghista. “È un mix di autoritarismo, scelte di politica economica e sociale a vantaggio di chi sta bene e a svantaggio di chi invece ha bisogno di una mano, propaganda su alcuni temi cruciali come quelli della sicurezza e dell’immigrazione”, ha dichiarato Maurizio Martina.

Contrordine da Berlusconi: “Nessun appoggio esterno, ma mi auguro che duri”

Intanto, mentre l’accordo procede alle ultime battute, interviene direttamente il vero (probabilmente) responsabile della nascita di quest’alleanza, Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere, infatti, ribadendo che FI non fornirà alcun appoggio esterno all’esecutivo del duopolio Salvini-Di Maio. Il leader forzista potrebbe benedire solo alcuni dei punti in programa, almeno così dice. “Difficile fare previsioni: mi auguro che un governo M5S-Lega duri se potrà fare qualcosa di buono per il Paese. In caso contrario meglio ridare la parola agli italiani al più presto”. Così si esprime Berlusconi, alla vigilia della sua visita ad Aosta in previsione della campagna elettorale. Chissà se è serio.

Il vertice della mattina: Salvini e Di Maio al penultimo confronto

Si è concluso da poco il nuovo vertice tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ci sarebbero ‘passi avanti‘ sul nome del premier, ma (sostanziale novità) la trattativa grilloleghista – che si dava per chiusa già ieri sera – sarebbe ancora da definire, almeno nelle ultime mosse. Così apprendiamo da fonti vicine alla Lega.

Il contratto di governo era già pronto, per molti. In un faccia a faccia notturno, Salvini e Di Maio avrebbero apportato le ultime modifiche prima di chiudere. Eppure, oggi, c’è l’ennesimo contrordine. Un contrordine che arriva dopo una mattinata di pressing da parte del leader grillino (almeno secondo alcune fonti) su Salvini per adottare il cosiddetto principio della staffetta con il mandato di partenza a Di Maio. Insomma, la trattativa è riaperta, l’intesa è ancora tutta da sottoscrivere. E il contratto di governo è tutto meno che pronto.

Concluso l’ultimo vertice alla Camera, Di Maio: “Chiudiamo entro stasera”

“Io e Salvini abbiamo finito il lavoro, il contratto sarà chiuso entro stasera. Ci sono punti da limare ma non sono dirimenti”. Così parla Di Maio, dopo il vertice con Salvini alla Camera. Dunque, passi avanti sul premier, ma si sta lavorando ancora, in modo incessante. Incalzato dai cronisti, invece, Salvini è molto più discreto. “È andata bene”, si limita a dichiarare.

Intanto, fonti grilline parlano di una presunta ‘data realistica’ entro cui Di Maio e Salvini si dovrebbero presentare al Colle. Soprattutto, dopo la dichiarazione di Mattarella (che asseriva di non aver neanche preso in considerazione la bozza), il Quirinale guarda con preoccupazione crescente alla trattativa giallo-verde.

Salvini e Di Maio, la cronaca del vertice notturno

Questa mattina, il famigerato contratto di governo era pronto. Ma solo questa mattina. Salvini e Di Maio, in un vertice notturno avrebbero limato il programma e sarebbero tornati, solo in queste ore, sulla questione del premier. “Il nome è stato trovato, c’è la fumata bianca, M5s e Lega hanno trovato accordo sul nome e oggi riferiranno al presidente Mattarella”. Così Paolo Becchi, Docente di Filosofia all’università di Genova, ex collaboratore del M5s, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’.

Rocco Casalino, capo della comunicazione 5 stelle, sulla chiusura del contratto ha raccontato: “Ci sono stati degli applausi alla fine e ci siamo tutti abbracciati”. Il programma è costituito da 40 pagine e da oltre 22 punti.”No comment”. Così Emilio Carelli, da più parti indicato nella rosa dei nomi come possibile premier, risponde, raggiunto telefonicamente dall’Ansa. Aggiunge poi “di essere come sempre a disposizione del Movimento 5 Stelle e del suo capo politico Luigi Di Maio”. Alla domanda su una presunta indisponibilità a ricoprire il ruolo di premier risponde: “Non è vero, come ho già detto sono e resto a disposizione del Movimento”. Carelli poi puntualizza: “Per me il candidato premier del Movimento 5 Stelle è e resta Luigi Di Maio e tutta la mia disponibilità all’interno del Movimento è determinata a sostenere la sua candidatura. In qualsiasi democrazia occidentale il capo politico di un movimento che ha ottenuto 11 milioni di voti con il 32,5% è il candidato naturale a presiedere il governo del Paese”.

Cosa prevede il contratto di governo Lega-M5S

Il contratto prevederebbe il reddito di cittadinanza, la flat tax, il taglio drastico dei costi della politica con annessa riduzione del numero dei parlamentari e l’obbligatorietà dei vaccini. I protagonisti giurano che si tratta solo di limare posizioni del programma non troppo distanti, problemi sostanzialmente risolvibili. Non ci sarà l’uscita dall’euro.

Entro domenica si lavora all’intesa sul premier

Ora, entro domenica, trattativa a oltranza per l’intesa sul premier, con l’ipotesi, come detto, di una staffetta tra i leader a Palazzo Chigi. La futura maggioranza giallo-verde raggiunge un primo importante passo ma adesso ha il compito fondamentale di dialogare e trovare una via d’uscita comune con il Capo dello Stato sulla struttura dell’esecutivo.

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