Viaggio nel versante meridionale del Parco delle Madonie

di Giuseppe Imburgia

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Viaggio nel versante meridionale del Parco delle Madonie

| giovedì 19 Dicembre 2013 - 10:07

Continua la nostra passeggiata sul versante meridionale del Parco delle Madonie che comprende i Comuni di Polizzi Generosa, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Soprana, e Geraci Siculo. Tre portelle consentono il passaggio verso nord: da portella Colla (vi si arriva da Polizzi Generosa passando per lʼanfiteatro naturale della Quacella) e da portella Mandarini (da Petralia Sottana) passano le strade che abbracciano il gruppo montuoso (cime tra i 1.600 e oltre i 1.900 m) che circonda Piano Battaglia, unica stazione sciistica della Sicilia occidentale, per tanti anni in disarmo, ma ora rivitalizzata grazie all’intervento di un gruppo di appassionati.

LʼAssociazione “Pro Piano Battaglia e Madonie” (www.pianobattagliaemadonie.it), nata da tre anni, sotto la spinta del suo Presidente Mario Ziino e di alcuni suoi soci particolarmente attivi ha fatto rinascere questa splendida località promuovendo non soltanto le attività sportive invernali, ma anche un calendario di iniziative per tutte le altre stagioni.

Concerti all’aperto, passeggiate con guide micologiche ed entomologiche per adulti e bambini, adunate di mountain bike che hanno richiamato ciclisti da tutta lʼisola, sono alcune tra le manifestazioni che hanno animato questa meravigliosa conca carsica nel cuore delle Madonie.

Oggi l’Associazione, sensibilizzando anche gli amministratori locali e regionali, si sta impegnando affinché i vecchi skilift vengano sostituiti da moderni impianti di risalita che consentano la fruibilità d’estate e d’inverno non soltanto agli sciatori ma anche agli escursionisti.

Questo splendido territorio, ideale per trekking e ciaspolate, offre una ricettività alberghiera spartana ma funzionale, ideale per un week end. Ma torniamo a parlare dei comuni di questo versante madonita. A circa 8 km da Castellana Sicula incontriamo Petralia Sottana, dove ha sede l’Ente Parco delle Madonie.

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Tra i cinque paesi sopra elencati è probabilmente il più attivo e il più “vivo”. La movida del sabato sera non ha nulla da invidiare a quella di comuni più famosi. Già da lontano spicca lʼimponente mole della Chiesa Madre dedicata a Maria SS Assunta, risalente al XV secolo, poi modificata successivamente nel XVII. La Chiesa contiene numerose opere tra cui le tele di Giuseppe Salerno (detto lo Zoppo di Gangi) e un prezioso organo che sovrasta lʼingresso. Il paese merita una passeggiata lungo il corso, ricco di chiese e di antichi palazzi. Tra questi svetta la Torre Civica (XVI secolo) con la sua bella meridiana. La comunità di Petralia Sottana con a capo il sindaco Santo Inguaggiato ha dato in questi ultimi mesi una grande prova di solidarietà e di generosità accogliendo a braccia aperte 24 profughi, all’indomani della tragedia del 3 ottobre nelle acque di Lampedusa, dando inoltre tempestiva disponibilità ad ospitare 10 vittime del naufragio nel cimitero comunale. Un bellissimo esempio.

A 3 Km da “Sottana” troviamo il bivio per “Soprana”, più austera e silenziosa dove il tempo sembra scorrere lento. Sui muri ancora ben visibili scritte inneggianti alla monarchia. Anche qui tante chiese. La più bella è certamente la Chiesa Madre dedicata ai Santi Pietro e Paolo la cui facciata presenta due campanili, uno del ‘400 l’altro del ‘700 collegati da un portico realizzato dai fratelli Serpotta. A pochi metri, salita una scalinata, la Chiesa del Salvatore la cui sagoma è facilmente distinguibile in lontananza.

Merita una deviazione la Chiesa Santa Maria di Loreto, antica fortezza trasformata in luogo di culto dai Carmelitani scalzi, non soltanto per la bella facciata barocca e per le guglie maiolicate dai vivaci colori (di cui una  perennemente ricoperta per restauri), ma anche per l’ampio panorama di cui si può godere dalla terrazza cui si accede attraversando un piccolo passaggio sul fianco destro della Chiesa.

A pochi metri da lì il mitico Salvatore per una eccellente zuppa di legumi. Col freddo è proprio quello che ci vuole! Riprendendo il nostro cammino verso est, imboccato il bivio per Geraci Siculo, dopo qualche chilometro troviamo la terza portella che porta in direzione nord, verso Castelbuono (altro centro madonita di grandissimo pregio): è la portella Bafurco o dei Bifolchi. Un’edicola sul lato sinistro della strada ci indica la presenza di una delle sette opere di Arte Contemporanea sparse nel territorio madonita: Filet, un ricamo realizzato dagli artisti Vedovamazzei. Dell’opera, danneggiata dai venti, rimane soltanto qualche brandello di rete attaccata ai pali di sostegno, ma il panorama mozzafiato merita comunque la faticosa salita, e, per gli amanti delle albe, una levetaccia per vedere il sorgere del sole.

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Da Portella Bafurco ancora 6 chilometri di piacevoli curve prima di giungere a Geraci Siculo. Incontriamo subito prima dell’ingresso in paese il Il Bevaio della Santissima Trinità, la cui acqua è ritenuta ricca di qualità terapeutiche. Al centro lo stemma dei Ventimiglia cui si deve la realizzazione dell’opera. La costruzione, un tempo più alta e imponente, fu abbassata nel periodo fascista per renderla funzionale come abbeveratoio per gli animali.

Alle spalle del bevaio una strada ci porta alla zona dei margi (acquitrini); da lì un panorama pazzesco! Si riesce a vedere il mare e si ha inoltre una vista panoramica del paese. Appollaiato sulla schiena rocciosa di un colle, dominato dai ruderi del Castello, Geraci Siculo ha una struttura urbanistica medievale con elementi che richiamano l’architettura araba. Del Castello dei Ventimiglia, ormai ridotto a un rudere (rimangono parzialmente in piedi gli angoli delle torri), è rimasta integra soltanto la chiesetta di S.Anna che per anni ha custodito il simulacro della Santa (il teschio), successivamente trasferito a Castelbuono. Salendo verso il centro del paese incontriamo la Chiesa di Santo Stefano (XVII secolo), oggi con funzione di Auditorium, la cui torre campanaria ha una cuspide realizzata con ceramiche policrome. Peccato che una recente costruzione ne nasconda parzialmente la particolare sagoma.

In Piazza del Popolo, la piazza principale del paese, due Chiese dalle bellissime facciate in pietra si fronteggiano: la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Maggiore (XV secolo) e la Chiesa della SS Trinità o del Collegio (XVIII° secolo). Un giorno di febbraio una fitta nevicata mi ha colto proprio nei pressi di Geraci Siculo. I copertoni da neve (mai avventurarsi senza) mi consentivano di muovermi in cerca di un posto dove rifocillarmi al calduccio. Mi aggiravo, senza saperlo in contrada Quacinari. La fitta nevicata e il fondo stradale sdrucciolevole mi impedivano di concentrarmi sui cartelli stradali. A un certo punto mi sono trovato davanti a un caseggiato. Anche se non trovavo alcuna indicazione il mio istinto (che in fatto di cibo difficilmente si sbaglia) e un buon profumo di cucina mi dicevano che lì avrei potuto trovare quello che cercavo. Era infatti un ristorante. Un piccolo ristorante (omonimo della contrada) a conduzione familiare dove alla fine di un lauto pranzo all’insegna della genuinità mi sono trovato davanti a un vero capolavoro: il cannolo più buono che io abbia mai mangiato! Peccato che era piccolo….ma si può sempre chiedere il bis.

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