Si era nascosta in un armadio per sfuggire al massacro dei suoi compagni. Una studentessa di 19 anni, Cynthia Cheroitich, è stata trovata due giorni dopo il massacro all’università di Garissa, in Kenya, dove gli estremisti di Al-Shabaab hanno assassinato 148 persone.

La studentessa è stata estratta dal suo nascondiglio in profondo shock. Si era coperta con i vestiti e ha raccontato che per sconfiggere la fame e la sete ha bevuto una bottiglia di lozione. “Ho pregato tutto il tempo Dio”, ha raccontato Cynthia, che è cristiana.

La ragazza è stata portata in ospedale, dove è sottoposta a controlli fisici e psicologici.

Le truppe keniane stavano setacciando l’edificio, dopo la tragedia, quando hanno sentito dei rumori provenienti da un armadio. Quando i soccorritori di Cynthia l’hanno invitata a venire fuori, lei ha in un primo momento temuto che fossero militanti, e ha accettato di uscire soltanto dopo che le forze di sicurezza hanno fatto arrivare uno suoi insegnanti per parlare con lei.

Gli Shabaab hanno preso d’assalto l’università nel nord-est del Kenya, vicino al confine con la Somalia, all’alba di giovedi; hanno lanciato granate e sparato con fucili automatici, facendo strage degli studenti cristiani, uccidendone 142, oltre a 3 poliziotti e 3 soldati keniani. Quattro i terroristi uccisi. Altre cinque persone sono state arrestate in Kenya perché sospettate di essere complici nel raid.

Al-Shabaab ha minacciato nuovi attacchi. Il gruppo militante islamico ha rilasciato una dichiarazione dicendo che l’ultimo attacco è stato messo in scena in rappresaglia per le uccisioni effettuate dalle truppe keniane che combattono i ribelli in Somalia.