Milan, la vera storia di Mr. Bee: “Ero un lavapiatti, adesso ho una vita perfetta”

di Redazione

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Milan, la vera storia di Mr. Bee: “Ero un lavapiatti, adesso ho una vita perfetta”

| lunedì 04 Maggio 2015 - 11:24

Nelle ultime ore non si è parlato d’altro che del Milan e della sua imminente cessione nelle mani di Bee Taechaubol. L’accordo con l’attuale patron rossonero Silvio Berlusconi non è stato ancora firmato, ma sembra che l’intesa di massima ci sia già. Ma chi è questo misterioso Mr. Bee? A Goal.com, è lo stesso imprenditore a fare chiarezza: “A 14 anni facevo il lavapiatti e a 16 ero già nel business dell’immobiliare”.

“Ho lavorato in un ristorante di proprietà dei miei genitori in Australia, volevano che imparassi le vere difficoltà della vita – racconta -Poi, ho creato una compagnia online che operava nel mercato immobiliare, che fece ottimi profitti. Il problema fu che la mia famiglia aveva lasciato una gran parte dei suoi investimenti in Thailandia: nel 1997, quando scoppiò la crisi del Sud-Est asiatico, si trovò piena di debiti”.

Non sempre tutto rose e fiori, insomma: “Quando lasciai l’Australia, dove sono cresciuto e dove sono diventato ingegnere civile, avevo solo 2.000 dollari australiani in tasca. Per vivere ho lavorato in diverse aziende. Grazie al cielo, sono stato coinvolto in parecchi business nei quali ho comprato a poco e venduto a molto. So di essere fortunato, ho una bella vita”.

La famiglia prima di tutto: “Ma voglio cercare di vivere nella maniera più normale possibile, nel fine settimana porto i miei figli a spasso, andiamo a fare la spesa insieme. Non ho la governante in casa, per dire: voglio che la mia famiglia resti il più normale possibile”. Eppure l’idea di investire nello sport, nel calcio, non è mai stata una sua priorità. “

“La Baronessa Rothschild mi segnalò che era possibile un investimento nel Milan – dichiara – La sua famiglia non è molto interessata al calcio, e come me del resto, mai si sarebbero lanciati in un affare sul quale non avessero nutrito una vera passione. Ho iniziato a seguire il calcio italiano nei primi anni’90, quando il Milan era fortissimo e la Serie A era il campionato da guardare per eccellenza”.

“Ai tempi ero in Australia, conoscevo tanti ragazzi di origine italiana e insieme a loro seguivo le partite. Mi ha sempre appassionato, mai avrei deciso di investire in un altro campionato – prosegue – Per questo ho sempre pensato: o investo sul Milan, oppure nulla. Mai avrei potuto investire in un altro club, e avrei declinato comunque l’eventualità di essere coinvolto in un’altra iniziativa. Il Milan è uno dei club più prestigiosi che ci siano, ha il potenziale illimitato”.

 

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