Palermo, sequestrate 2 case di cura per anziani | Abusi e vessazioni nel cuore della città VIDEO

di Redazione

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Palermo, sequestrate 2 case di cura per anziani | Abusi e vessazioni nel cuore della città VIDEO

| mercoledì 14 Ottobre 2015 - 11:38

Sono state sequestrate due case di cura per anziani, nel centro di Palermo, dove sarebbero stati commessi abusi nei confronti di degenti e dipendenti. Si tratta della “Anni d’oro” di via Marchese di Villabianca 163, e della “Arcobaleno” di via Libertà 103.

Due donne, un vigile urbano e figlia, rispettivamente, nella qualità di gestore e titolare delle due strutture, sono indagate per estorsione aggravata ed in concorso, maltrattamenti ed abbandono di persona incapace per malattia e per vecchiaia.

Le indagini sulle case di cura sono state condotte dalla sezione investigativa del commissariato Libertà.A dare inizio alle indagini le dichiarazione di una dipendente a fare scattare le indagini dopo una denuncia per aver subito vessazioni: mancate ferie, riposi e contributi previdenziali. La dipendente non accettava i sistemi utilizzati dalla madre e dalla figlia per accudire gli anziani.

I poliziotti hanno così installato le telecamere nelle strutture scoprendo trattamenti non consoni nei confronti degli ospiti. Gli anziani sarebbero stati legati a sedie e letti con lacci. Sarebbe accaduto anche che qualche ospite saltasse per giorni i pasti e, spesso, il latte della colazione sarebbe stato “allungato”, su disposizione della titolare, con acqua di rubinetto.

Denutrizioni e malnutrizioni, somministrazioni mediche inappropriate e senza indicazione terapeutica, reazioni punitive nei confronti dei degenti sospettati di aver denunciato le vessazioni alla Polizia, mancato ricorso a cure mediche ospedaliere, sarebbero solo alcuni dei comportamenti che avrebbero segnato profondamente la vita degli anziani ospiti delle due strutture.

Pianti ed urla di dolore degli anziani, a qualsiasi ora del giorno e della notte, sempre su indicazione del gestore e della titolare, anziché stimolare una appropriata indagine medica, oppure anziché sollecitare l’intervento di personale sanitario specializzato, sarebbero state, arbitrariamente, interrotte, con tranquillanti e/o psicofarmaci, cui gli “operatori” delle case di cura avrebbero fatto, come disposto loro regolarmente dai superiori, un disinvolto ricorso.

 

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