Parigi sotto attacco, “tre squadre di terroristi” | Il presidente Hollande: “È un atto di guerra”

di Redazione

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Parigi sotto attacco, “tre squadre di terroristi” | Il presidente Hollande: “È un atto di guerra”

| sabato 14 Novembre 2015 - 19:57

Sono da poco passate le 21 del 13 novembre quando a Parigi scoppia l’inferno. Un kamikaze si fa esplodere vicino allo Stade de France, dove è in corso l’amichevole Francia-Germania alla quale assiste anche il presidente Francois Hollande;  altri attentati in diversi punti della città, nei ristoranti “Le petit Cambodge” e “Le Carillon”, nel X arrondissement, contro la pizzeria “La Casa Nostra” (XI), davanti al caffè “Events” e “La Belle Equipe”.

Quando sono quasi le 22 comincia l’assalto armato al teatro Bataclan, dove è in corso un concerto del gruppo americano “Eagle of the Death Metal”. Quattro assalitori entrano nella sala, urlando “Allah è grande” e cominciano a sparare all’impazzata sul pubblico. Dopo quasi tre ore, le forze speciali rompono l’assedio al teatro Bataclan. Gli attentatori, di cui almeno una donna e un ventenne di nazionalità francese, si fanno esplodere. I superstiti vengono evacuati, ma all’interno della sala è una carneficina, con decine di vittime – 89 persone – rimaste a terra.

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Il bilancio della notte del terrore è gravissimo, con 132 morti e almeno 3353 feriti ricoverati negli ospedali parigini, alcuni anche in gravi condizioni. “Tre squadre di terroristi coordinate sono all’origine della barbarie di Parigi”, ha detto il procuratore di Parigi Francois Molins. Ancora in corso le procedure di riconoscimento degli aggressori, ma le indagini seguono la “pista belga”: almeno tre degli attentatori di Parigi sarebbero belgi e proverrebbero dal quartiere di Molenbeek di Bruxelles, da cui provenivano già alcuni dei terroristi del blitz di gennaio in Belgio. Cinque persone sono state arrestate dalla polizia belga.

Sul web l’Isis rivendica gli attacchi a Parigi ed esulta, minacciando di colpire anche “Roma, Londra e Washington”.

Visibilmente scosso, già nella notte il presidente François Hollande parla di “attacchi terroristici senza precedenti” e annuncia lo stato d’emergenza su tutto il territorio nazionale e la chiusura della frontiere. Il governo francese si riunisce in un Consiglio dei ministri straordinario, durato tutto il giorno. Solidarietà ai francesi arriva da tutto il mondo. E in Italia cresce la paura dopo la minaccia per Roma. Ma il premier Matteo Renzi assicura: “Non ci sono minacce circostanziate”.

E dopo una notte di “sgomento” in cui in Vaticano si è seguito con angoscia l’esplosione di violenza disumana a Parigi, un commosso Papa Francesco parla al telefono con Tv2000: “Questo non è umano. Sono vicino a tutta la Francia e le voglio tanto bene”.

Fin dai primi momenti dell’attacco, la città si è mobilitata per soccorrere chi si trovava per strada e lontano da casa. Catene di messaggi sui social network, sms, passaparola in ogni forma per tentare di mettere tutti al sicuro, quando ancora non era chiaro cosa stesse succedendo. Sulla rue de Charonne, gli abitanti delle case intorno al ristorante colpito dalla sparatoria hanno lanciato lenzuola per coprire i corpi, e aperto i portoni per accogliere i feriti.

Intanto, l’attenzione si sposta progressivamente sulla ricerca dei dispersi, con due pagine Twitter create apposta per aiutare chi cerca parenti e amici, e decine di migliaia di messaggi sui social network, rilanciati anche da sconosciuti mossi solo dal desiderio di dare il proprio contributo.

Tra i dispersi anche una studentessa italiana della Sorbonne, Valeria Solenin, veneziana di 28 anni. Si trovava al Bataclan durante l’attacco e mentre il fidanzato è riuscito a mettersi in salvo, di lei non si hanno ancora notizie.

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