Palermo, mafia e colletti bianchi: 9 fermi VIDEO| In manette anche un noto avvocato palermitano

di Redazione

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Palermo, mafia e colletti bianchi: 9 fermi VIDEO| In manette anche un noto avvocato palermitano

| martedì 12 Gennaio 2016 - 07:20

Operazione antimafia dei militari del Nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza di Palermo. Sono state eseguite 9 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip presso il Tribunale di Palermo nei confronti di insospettabili “colletti bianchi”.

Fra questi un noto avvocato palermitano, Marcello Mercatajo, con l’ accusa di avere gestito gli affari dei boss del clan Acquasanta di Palermo.

 Il legale, che si sarebbe occupato soprattutto della gestione degli immobili del costruttore mafioso Vincenzo Graziano e del boss Vito Galatolo, è accusato di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti.

L’operazione ‘Cicero’ “ha preso le mosse dall’indagine della Dda denominata ‘Apocalisse’ perché al seguito delle perquisizioni effettuate vennero rinvenuti appunti di grandissimo rilievo che andavano analizzati e capiti. Questo è stato il compito della Valutaria, che ha avuto una lettura intelligente dei documenti”, ha spiegato il procuratore Vittorio Teresi nel corso della conferenza stampa al Palazzo di Giustizia di Palermo. Il professionista è stato intercettato per mesi.

Dalle conversazioni registrate emergono i timori di Marcatajo che, dopo il pentimento del capomafia, era preoccupato di essere arrestato. In carcere è finito anche un ingegnere, Francesco Puccio, 67 anni. 

Dalle indagini è emerso anche un inquietante retroscena. Cosa nostra avrebbe realizzato un affare immobiliare da 250 mila euro per acquistare il tritolo destinato al pm antimafia Nino Di Matteo.

E sarebbe stato proprio il professionista arrestato, secondo il pentito Vito Galatolo – che racconta il piano di morte per Di Matteo – a fare da tramite per definire l’affare immobiliare.

L’avvocato Marcella Marcatajo, arrestato con il figlio Giorgio, secondo gli investigatori svolgeva un’attività “che riguarda la fittizia intestazione di alcune aziende, come la Igm srl di proprietà dei Graziano, le cui quote vennero prima intestate a Ignazio Misseri e poi ai Marcatajo, padre e figlio”. “Questa azienda che si occupa di attività edile si è occupata della realizzazione di un appalto da 30 villette a Marino (Roma)”, spiega ancora Teresi.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Vittorio Teresi e dai pm Annamaria Picozzi, Amelia Luise, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene. 

I fermati sono accusati a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti, con l’aggravante di aver agevolato “cosa nostra”.

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