Aiuti di Stato, l’Ue apre un’indagine sul caso Ilva | Ma nessuno stop al risanamento ambientale

di Redazione

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Aiuti di Stato, l’Ue apre un’indagine sul caso Ilva | Ma nessuno stop al risanamento ambientale

| mercoledì 20 Gennaio 2016 - 13:01

La notizia era nell’aria da diverso tempo, ma adesso c’è l’ufficialità: la Commissione Ue ha avviato un’indagine sugli aiuti di stato all’Ilva. Nell’indagine la Commissione “vaglierà in particolare se l’accesso agevolato al finanziamento accordato all’Ilva per ammodernare lo stabilimento di Taranto le dia un vantaggio sui concorrenti”.

Ma “data l’urgenza di decontaminare il sito”, la Commissione prevede anche “garanzie che consentono all’Italia di attuare subito il risanamento ambientale“, si legge nel comunicato dell’Ue.

“Dati i problemi di sovraccapacità presenti nell’industria siderurgica dell’Ue – spiega Bruxelles – le norme sugli aiuti di Stato consentono solo di promuovere la competitività a lungo termine e l’efficienza delle acciaierie, ma non di sostenere i produttori che versano in difficoltà finanziarie“.

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha annunciato: “Collaboreremo con l’Italia per superare le nostre attuali preoccupazioni. La migliore garanzia di un futuro sostenibile per la produzione siderurgica nel Tarantino è la cessione delle attività dell’Ilva a un acquirente che le metta in conformità con le norme ambientali e le sfrutti a scopi produttivi”.

“La decisione odierna chiarisce inoltre all’Italia che può sostenere il risanamento della grave situazione ambientale nel sito di Taranto, purché la spesa sostenuta sia poi rimborsata dall’inquinatore“, prosegue la Vestager. “In tutta l’Ue l’industria siderurgica deve fare i conti con la sovraccapacità a livello mondiale e con la forza delle importazioni”.

Intanto, dopo la sua nomina a direttore generale dell’Ilva, Marco Pucci annuncia un passo indietro: “Ringrazio i Commissari per la fiducia che mi hanno mostrato nel nominarmi direttore generale per la fase di trasferimento degli asset della società. Tuttavia non ritengo di accettare l’offerta”.

“Preferisco attendere l’esito del ricorso in Cassazione sul processo che mi ha visto condannato ingiustamente per il tragico incidente alla Thyssen di Torino. All’epoca – continua – ero nel Cda della società senza alcuna delega alla sicurezza e con responsabilità nelle aree commerciali e del marketing”.

Fiducia nella giustizia: “Confido che i giudici supremi sapranno dare il giusto peso alle responsabilità penali personali. Sono tornato in Ilva un anno fa e continuerò a collaborare come manager per il risanamento e il rilancio della società“.

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