San Pietroburgo, l’attentatore sarebbe un kirghiso | “Legami con la Siria”, l’intelligence russa indaga

di Redazione

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San Pietroburgo, l’attentatore sarebbe un kirghiso | “Legami con la Siria”, l’intelligence russa indaga

| martedì 04 Aprile 2017 - 08:24

Sarebbe originario del Kirghizistan il kamikaze che si è fatto esplodere in una linea della metro di San Pietroburgo, in Russia causando 14 morti e decine di feriti. Secondo diversi media russi, tra cui “Fontanka”, gli inquirenti starebbero valutando la posizione di un cittadino kirghiso che potrebbe essere tra gli organizzatori.

In particolare, si tratterebbe, come nel caso del kamikaze, di un giovane di circa 22 anni, il cui nome sarebbe Akbarjon Jalilov, ripreso dalle telecamere con in mano una borsa all’interno della stazione. Il sospetto è oggetto di indagine da parte del Russian Investigative Committee, la principale autorità investigativa federale in Russia.

L’attentato, inoltre, sarebbe stato compiuto da un attentatore suicida originario dell’Asia centrale e con legami con combattenti siriani. Lo riporta la Tass, citando fonti nelle forze dell’ordine. Stando, invece, a quanto scrive oggi il quotidiano Kommersant, i servizi segreti di Mosca sapevano della preparazione di attentati terroristici a San Pietroburgo e comunque rifiuterà la collaborazione internazionale in sede di indagini.

Sembra che fossero stati avvertiti da un russo che collaborava con l’Isis e detenuto dopo il suo ritorno dalla Siria. L’uomo, però, era un militante di livello inferiore e le informazioni fornitegli non sarebbero state complete. L’attività di intelligence avrebbe comunque impedito una seconda esplosione negli istanti immediatamente successivi all’attacco

Sui siti jihadisti invece vengono lanciati nuovi proclami e inviti a nuovi attacchi: “Siate pazienti: la promessa di Allah è vera. La guerra contro i nostri nemici è globale”. Ad affermarlo è il portavoce Abu Al-Hasan Al-Muhajir, secondo quanto riferito daa Site, il sito Usa di monitoraggio dei jihadisti sul web.

Intanto emergono ulteriori dettagli sulle modalità dell’attentato. “A giudicare dalle lesioni ha agitato un kamikaze. – ha detto la fonte della Tass – L’ordigno era attaccato al corpo: o si trovava nello zainetto o lo teneva addirittura in mano, ma a livello della pancia. Questo è dimostrato dal fatto che tutti coloro che si trovavano nelle vicinanze hanno lesioni proprio in quella zona”.

Sul luogo dell’esplosione sono stati trovati molti frammenti di corpi, compresi quelli del kamikaze: “La sua identità è stata definita in via preliminare: è davvero originario dell’Asia centrale e aveva contatti con i combattenti siriani. Il kamikaze si trovava non lontano dalle porte, più verso la parte centrale del vagone, dove “è stata trovata la sua mano con dei fili, subito portati ad esaminare”.

Sempre la stessa fonte ha confermato che l’ordigno responsabile della strage, era simile a quello trovato inesploso nella stazione di ‘Ploshad Vostannaya’. Ma la Russia non si ferma, per questo motivo la metropolitana di San Pietroburgo ha ripreso a lavorare questa mattina: “La metropolitana da questa mattina ha ripreso pienamente il suo lavoro: su tutte le linee e fermate”, ha detto il governatore di San Pietroburgo, Gheorgy Poltavchenko. In mattinata una telefonata anonima aveva segnalato un nuovo ordigno, provocando la chiusura di 4 stazioni: l’allarme è poi rientrato, rivelandosi infondato.

Foto da Twitter.

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