Chi è Cesare Battisti: 4 omicidi e una fuga continua

di Rosanna Pasta

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Chi è Cesare Battisti: 4 omicidi e una fuga continua

| lunedì 14 Gennaio 2019 - 10:23

Cesare Battisti il 14 gennaio arriva in Italia dove inizia a scontare il suo ergastolo in Italia. Dopo anni di fughe, colpi di scena e richieste di estradizione spesso non esaudite, il giorno della giustizia è arrivato, con grande emozione per i parenti delle vittime. Ad un mese dall’arresto disposto dal Supremo Tribunale Federale brasiliano il 14 dicembre, l’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo) torna in Italia a scontare la sua pena.

Gli omicidi e la condanna. Cesare Battisti è stato condannato per 4 omicidi, due dei quali commessi materialmente e gli altri due in concorso. A carico di Battisti, che si è sempre dichiarato innocente, c’è la morte del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, rispettivamente a Milano e a Mestre; e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

Una vita dedita al crimine. Cesare Battisti è nato a Cisterna di Latina il 18 dicembre 1954. A soli 16 anni abbandona la scuola e inizia a delinquere. Il primo arresto arriva nel 1972 per una rapina a Frascati, il secondo solo due anni dopo questa volta per rapina con sequestro di persona a Sabaudia. Il primo periodo della vita da criminale di Cesare Battisti è dedicato alle rapine. Dopo il trasferimento a Milano nel 1976, viene arrestato a Udine, ancora una volta per rapina, e rinchiuso nel carcere di Udine dove conosce Arrigo Cavallina, ideologo dei Pac.

Dalla fine degli anni Settanta, Cesare Battisti inizia a partecipare alle azioni dei Pac, andando ben oltre la rapina. Nel 1979 infatti viene processato per l’omicidio di Torregiani e condannato a 13 anni e 5 mesi, che sconterà solo in parte al carcere di Frosinone, fino all’evasione nel 1981 con l’aiuto di un assalto di terroristi. Le cose non migliorano per Battisti che nel 1985 riceva la condanna in contumacia all’ergastolo per vari reati legati alla lotta armata e per i quattro omicidi, con una sentenza confermata dalla Cassazione nel 1991.

La fuga in Messico e in Francia. Cesare Battisti riesce a fuggire prima in Messico, dove rimane 10 anni, e poi in Francia nel 1990. L’Italia avvia la prima richiesta di estradizione ma la Francia lo dichiara “non estradibile” e Battisti inizia anche una carriera come scrittore di noir. Nel 2004 la seconda richiesta di estradizione dopo l’arresto a Parigi il 10 febbraio, ma la Francia si schiera in suo favore con il sostegno degli intellettuali della gauche e il 3 marzo Battisti viene scarcerato. Il 30 giugno però dopo l’udienza per l’estradizione, la Corte d’appello francese dà il via libera: Battisti fa ricorso ma perde. Da allora deve presentarsi in commissariato per la firma ma lo si vede per l’ultima vota il 14 agosto, da quel momento risulta irreperibile e scatta il mandato d’arresto. Il 23 ottobre il primo ministro francese firma il decreto di estradizione in assenza del condannato, latitante.

La fuga in Brasile. Dopo la Francia, Cesare Battisti fugge in Brasile, dove si sposa e ha tre figli. Grazie alla cooperazione dell’antiterrorismo italiano però viene arrestato il 18 marzo 2007 e arriva la terza richiesta di estradizione ma il Brasile gli riconosce lo status di rifugiato politico. Nel novembre 2009 il Supremo Tribunal Federal, seppur a favore dell’estradizione, lascia l’ultima decisione all’allora presidente Lula, il quale, il 31 dicembre 2010, ultimo giorno del suo mandato, annuncia la sua opposizione, così Battisti esce dal carcere.

Le cose cominciano a cambiare quando nel 2015 arriva una sentenza per l’espulsione di Battisti dal Brasile a causa di una storia di documenti falsi con i quali l’ex terrorista sarebbe entrato nel Paese dalla Francia. L’Italia fa di nuovo capolino per l’estradizione ma l’espulsione viene annullata e Battisti rimane in Brasile, finché non tenta di fuggire in Bolivia dove viene arrestato il 4 ottobre 2017, ma dopo 3 giorni è di nuovo libero.

Nel frattempo Battisti rilascia interviste. “Non stavo fuggendo, mandarmi in Italia è illegale, se mi estradano mi consegnano alla morte”, dichiara. L’11 ottobre però il presidente Michel Temer revoca l’asilo politico e intanto Jair Bolsonaro, esponente dell’ultradestra, già in campagna elettorale, promette di estradare immediatamente Battisti se verrà eletto, promessa che viene mantenuta. Il 13 dicembre Luis Fux, magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf), ordina l’arresto dell’ex terrorista per “pericolo di fuga” in vista proprio della possibile estradizione, concessa nei giorni seguenti dal presidente uscente Temer prima dell’insediamento di Bolsonaro il primo gennaio 2019. Battisti tenta nuovamente la fuga fino alla cattura per le vie di Santa Cruz de la Sierra.

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