La “sciocca” storia della ciocca di Leonardo Da Vinci secondo il direttore degli Uffizi

di Rosanna Pasta

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La “sciocca” storia della ciocca di Leonardo Da Vinci secondo il direttore degli Uffizi

| venerdì 03 Maggio 2019 - 10:15

“Quella cosa sulla ciocca (di Leonardo Da Vinci ndr) è veramente una cosa sciocca”. Lo ha detto il direttore degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt. Qualche giorno fa, infatti, a Vinci, è arrivato l’annuncio del presunto ritrovamento in una collezione privata americana di una ciocca di capelli appartenuta al genio del Rinascimento.

Il direttore degli Uffici non ha tardato ad esprimere la sua opinione in merito alla ciocca di capelli di Leonardo da Vinci. Lo ha fatto durante la presentazione, nell’auditorium Vasari degli Uffizi, dell’annullo filatelico da parte di Poste Italiane di 4 nuovi francobolli dedicati a Leonardo da Vinci nell’anniversario dei 500 anni della sua morte.

“Questa cosa sulla ciocca è veramente una cosa sciocca. Nessuno specialista ci crede e tra l’altro è estremamente improbabile che una ciocca di Leonardo potesse essere ritrovata in una collezione privata americana”. Sono queste le parole di Eike Schmidt.

I capelli di Leonardo Da Vinci e la ricerca sul Dna

Sono stati i curatori della mostra ‘Leonardo vive’ ad annunciare di aver “recuperato oltreoceano una ciocca di capelli che è stata storicamente denominata ‘Les Cheveux de Leonardo da Vinci’, insieme a un altro cimelio. Si tratta del leonardista Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci a Vinci (Firenze) e della storica Agnese Sabato, presidente della Leonardo Da Vinci Heritage.

La reliquia permetterebbe di procedere nella ricerca del suo Dna. Nel 2016 si era già diffusa la notizia dell’esistenza dei discendenti ancora viventi di Leonardo (ovvero di suo padre Ser Piero e del fratello Domenico, tra cui ci sarebbe il regista Franco Zeffirelli).

Il ritrovamento della ciocca non è credibile

L’annuncio del ritrovamento, però, non ha convinto il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. Ritiene, infatti, che l’evento sia estremamente improbabile.

“Per giunta, si può anche dire che la tradizione di collezionare ciocche di famosi personaggi oppure dei propri cari risale al romanticismo, all’Ottocento – ha sostenuto Schmidt -. Sarebbe stato completamente fuori epoca per il Rinascimento. Solo per i Santi martiri, nemmeno i Beati, si tenevano parti del corpo ma sicuramente non per grandi scienziati e grandi artisti. Di Beethoven abbiamo ciocche che potrebbero essere di centinaia di migliaia di musicisti, di persone con i capelli grigi, proprio perché c’era questa ‘cioccomania’ nell’Ottocento”.

Il direttore degli Uffizi ha poi smorzato ogni entusiasmo. “Non lasciamoci troppo prendere dall’entusiasmo per Leonardo: questa cosa non vale nemmeno la pena di essere analizzata nel dettaglio”, ha concluso Schmidt.

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