Rivelata origine del colore del pomodoro, era viola

di Redazione

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Rivelata origine del colore del pomodoro, era viola

| sabato 09 Novembre 2019 - 09:28

Il pomodoro e il colore della sua buccia sono stati al centro di due studi scientifici internazionali indipendenti. Secondo i ricercatori l’ortaggio, in origine non era rosso ma presentava una buccia di colore viola, dovuta alla produzione di antocianine, sostanze dal potere antiossidante, le stesse che colorano di nero l’uva, le more e altri frutti. Sarebbe colpa di una mutazione casuale del Dna la produzione di un pomodoro la cui buccia non è striata di viola, ma rossa in maniera uniforme. Gli studi sono stati condotti al PlantLab dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e all’Accademia cinese delle scienze di Pechino, e i risultati sono stati pubblicati in contemporanea su due riviste scientifiche, rispettivamente ‘Plant Communications’ per lo studio italiano e ‘Molecular Plant’ per quello cinese.

I ricercatori italiani e cinesi hanno finalmente scoperto come è avvenuta quella mutazione. I frutti del pomodoro oggi sono di colore rosso, in alcuni casi giallo, a volte striati di verde. Frutti viola, quasi neri, sono invece molto rari, ma noti sin dagli anni ’70, quando fu identificata una varietà di pomodoro chiamata Anthocyanin Fruit (Aft), che presenta, appunto, striature viola sulla buccia. L’incrocio di questa varietà con l’ Atroviolacea (atv), da luogo a pomodori la cui buccia è di un colore molto simile alle melanzane, dovuto all’accumulo di sostanze antiossidanti.

Ma quale gene corrisponde ad Aft? Il genoma del pomodoro contiene oltre 30.000 geni e uno di questi, presente sul cromosoma 10, fa sì che la varietà Aft presenti antociani nella buccia. Ma la sua identità è rimasta ignota sino alla fine di ottobre 2019, quando i due studi indipendenti italiani e cinesi hanno finalmente chiarito come mai Aft ha la buccia viola mentre i normali pomodori hanno la buccia uniformemente rossa.

I ricercatori del PlantLab Sara Colanero, Silvia Gonzali e Pierdomenico Perata hanno scoperto che non è la varietà dalla buccia con il colore viola a possedere un ‘super-gene’ in grado di produrre antociani, ma è il comune pomodoro ad aver perso questa funzione. I pomodori che comunemente si trovano in vendita, infatti, presentano una mutazione genetica sul gene Aft che lo inattiva, mentre questo gene è integro nella varietà Aft. A questo stesso risultato sono giunti, esattamente nello stesso momento, i ricercatori della Accademia cinese delle scienze di Pechino.

Sempre i ricercatori ipotizzano che i pomodori ancestrali producessero antociani nella buccia, ma una mutazione casuale nel Dna ha portato ad un pomodoro rosso. Si ipotizza che questo frutto uniformemente rosso sia stato notato e particolarmente apprezzato, quindi utilizzato per produrre i pomodori moderni. Qualcosa di simile è accaduto per l’uva, le cui varietà a frutto bianco hanno mutazioni genetiche che inattivano la capacità di produrre antociani, che colorano di nero le varietà più comuni.

L’identificazione precisa del gene Aft consentirà ora di accelerare la selezione di varietà di pomodoro con un più elevato contenuto di antociani, quindi dotati di un più elevato potere antiossidante.

 

foto:GreenMe

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