Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, è intervenuto sin da subito nel dibattito che ha sollevato la circolare ai prefetti del ministro degli Interni Angelino Alfano, nel quale li invitava formalmente i sindaci a cancellare le trascrizioni delle nozze omosessuali contratte all’estero. E Pisapia sin da subito aveva reagito dicendo chiaramente: “Non obbedisco”.
E con un post di Facebook il sindaco ha detto di aver firmato personalmente la trascrizione di sette matrimoni “tra persone delle stesso sesso che si sono celebrati all’estero”. E ha aggiunto: “Si tratta di un atto nel pieno rispetto della Legge che prevede questo obbligo quando si tratta di matrimoni celebrati legittimamente secondo le norme dei Paese in cui si sono svolti. È un ulteriore passo avanti di Milano come ‘Città dei Diritti’ dopo il registro delle unioni civili, l’estensione alle coppie di fatto delle misure per il sostegno al reddito, il testamento biologico, lo sportello per la consulenza per la fecondazione eterologa e tante altre iniziative sui diritti sociali e civili che abbiamo promosso in questi anni”.
“Spero – ha concluso il primo cittadino – che quanto stanno facendo in questi giorni molti sindaci serva anche a sollecitare il Parlamento a varare una legge nazionale che possa superare ogni forma di discriminazione”.
Adesso però il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha chiesto al Comune del capoluogo lombardo di conoscere tutti gli atti che riguardano la trascrizione fatta dal sindaco Giuliano Pisapia dei sette matrimoni omosessuali celebrati all’estero.
Sul dibattito è intervenuto anche il premier Matteo Renzi che ha detto: “Faremo una legge. Che non è una battuta, è la verità”.