Crisi governo, primo giorno di consultazioni: “Votare sarebbe un rischio”

di Redazione

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Crisi governo, primo giorno di consultazioni: “Votare sarebbe un rischio”

| mercoledì 21 Agosto 2019 - 07:44

Concluso il primo giorno di consultazioni al Quirinale da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Mattarella ha sentito telefonicamente il Presidente Emerito, Giorgio Napolitano, ha incontrato il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Presidente della Camera, Roberto Fico, quindi il Gruppo per le Autonomie SVP-PATT,UV del Senato che ha definito “irresponsabile” la prospettiva di un voto subito e si e’ detto anche disponibile ad un “Conte bis ma con una maggioranza diversa”. A seguire, è stato il turno del gruppo parlamentare misto del Senato. “Abbiamo esposto al Presidente le nostre preoccupazioni su una precipitazione del Paese al voto. Si rischierebbe per molte forze politiche di non potere neanche presentare le liste”.

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“Riteniamo questa idea di voto anticipato pericolosa per il Paese” le parole di Loredana De Petris, presidente del gruppo, mentre Emma Bonino ha parlato di un eventuale nuovo governo che “avrà il compito di fare ma anche di disfare alcune delle più inaccettabili iniziative e leggi prese da questa maggioranza, mi riferisco al dl Sicurezza bis, alla questione migranti, allo sperpero dei fondi pubblici che ci porterà in una finanziaria difficile. Serve un autorevole governo del fare e del disfare”. L’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha invece chiesto “coraggio” ai due maggiori partiti cioè M5S e Pd.

Quindi, è stato il turno del gruppo parlamentare misto della Camera e di Leu che per bocca del presidente Federico Fornaro ha parlato di “governo di svolta” come necessario per il Paese. La giornata cruciale sarà domani quando al Colle saliranno in mattinata i Gruppi di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia, mentre nel pomeriggio i Gruppi della Lega e del M5S.

Nel Movimento 5 Stelle – riferiscono fonti parlamentari – si insiste sulla necessità che Conte rimanga a Palazzo Chigi. Un’ala dei pentastellati non escluderebbe l’eventualità che Di Maio non entri nel governo con un’eventuale alleanza tra Pd e M5S e il presidente del Consiglio dimissionario continui a ricoprire il ruolo di premier.

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