Il ballo delle candidature, più satira che politica | E il calcio diventa un “porno” in salsa siciliana

di Satyricus

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Il ballo delle candidature, più satira che politica | E il calcio diventa un “porno” in salsa siciliana

| domenica 13 Aprile 2014 - 01:17

Crocetta vuole Lumia in lista per le Europee; Lumia non viene inserito in lista; Lumia dice che non è finita qui; Crocetta si arrabbia e non vuole la Chinnici perché era con Lombardo; anche Lumia era con Lombardo; anche Cracolici – che era con Lombardo – si candida ma viene escluso dalle liste; la Nicolini viene proposta come capolista, poi solo in lista; la Nicolini rinuncia alla presenza in lista; mezzo Pd si prepara ad andare all’opposizione; la Scilabra è una fedelissima di Crocetta; mezza Udc va all’opposizione; Marino è un fedelissimo di Crocetta; la Valenti non va bene perché si candida; Marino non va più bene, punto e basta; la Valenti è vicepresidente del governo; la Scilabra va sempre bene anche se si candida; per la giunta si aspettano ancora due giorni, anzi no c’è già il Crocetta bis, forse anche il ter; mezzo Pd rinuncia ad andare all’opposizione, l’altro mezzo ci vuole andare…

Tutto questo è successo in appena tre giorni. Devo continuare o basta così? Di fronte a un simile scenario (voto 4) come si riesce a fare una satira che faccia ridere più della realtà? Le ultime notizie dicono che il presidente della Regione ha firmato i decreti di nomina: Agnello e Calleri sono assessori. Commento amaro di Raciti: agnello e suco e finì u vattiu.

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La magistratura si sta arrovellando sulla pena sostitutiva da comminare a Silvio Berlusconi. Non si capisce quale delle varie possibilità offerte dal Codice sia più afflittiva per il Cavaliere. I legali dell’ex premier (voto 4 a Ghedini, sembra presuntuoso) puntano all’assegnazione ai servizi sociali. In pratica, Berlusconi si occuperebbe di assistenza a disabili mentali: i nemici politici hanno commentato: “Ma non è quello che fa da 20 anni con i deputati di Forza Italia?” L’alternativa sarebbero gli arresti domiciliari ma quattro anni in casa con Francesca Pascale e Dudù sarebbero peggio del 41bis, neanche la Boccassini (n.g.), in coscienza, arriverebbe a tanto.

Più o meno la stessa storia vissuta da Francesco Paolo Forcieri, 21 anni: condannato ai domiciliari per rapina, Forcieri è evaso nel senso che ha lasciato l’abitazione ed è andato dalla polizia ad autoaccusarsi di “essersi sottratto volontariamente a una convivenza insostenibile”. Nel decreto di archiviazione, il Gip (voto 10 se la giuria è maschile) ha scritto che “l’indagato non ha voluto sottrarsi al regime degli arresti domiciliari, ma soltanto alla forzata convivenza con la suocera, risultata per lui maggiormente afflittiva della pena inflittagli dal giudice penale”, Anche il giudice avrà una suocera?

A Ragusa poteva finire anche peggio: un uomo è evaso dai domiciliari per scappare dalla moglie e poi ha tentato il suicidio. Sarebbe più corretto dire: evade dalla moglie e scappa dai domiciliari. Ah, le donne…

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Giorgia Meloni, presidente del partito Fratelli d’Italia, appare bellissima nei cartelloni pubblicitari per le Europee. “La foto è stata ritoccata su photoshop”, hanno commentato gli avversari politici. Si potrebbe dire che è un complimento: si attacca l’immagine non avendo argomenti politici per criticare la giovane deputata (voto 7 per il carattere). La Meloni però perde subito due voti con la replica: “Ogni volta che esce un manifesto con una foto decente tutti a dire che è ritoccato. È ufficiale: il mondo mi considera una cozza”. Cozza no, ma scoppiata sì.

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Uno dei colpi di genio della settimana è quello di un anonimo (voto 8 per la sfacciataggine) che su un autobus di Roma, al posto della targhetta identificativa con l’itinerario, ha piazzato un cartello con la scritta “Vaffanculo”. Forse una trovata pubblicitaria dell’Atac, perché su un autobus così ci sarebbe sempre il pienone di passeggeri…

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Un giovane di ventotto anni, a Livorno, con un coltello da cucina si è amputato il pene e lo ha lanciato via. E’ stato trasportato in ospedale e al chirurgo che gli chiedeva come si sentisse ha risposto: “Sto passando le pene dell’inferno”…

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Il calcio italiano rischia di diventare un porno in chiave siciliana. Siciliana, perché l’involontaria volgarità offerta dalla cronaca è comprensibile solo a chi pratica lo slang siculo. Prendiamo il caso di Joseph Mìnala, camerunense, ufficialmente 17enne (se è vero voto 7, ha talento) ma all’apparenza 40enne. Dopo il suo debutto in serie A di domenica scorsa, rischia di diventare un must un titolo giornalistico del tipo: “Mìnala dà una mano alla Lazio”. Oppure: “Minala in campo, la Lazio cresce”. Il problema vero adesso è l’accento: sulla i o sulla a?

Di Minala me n’ero già occupato qualche settimana fa, commentando che uno con questo cognome non potrebbe certo giocare a Palermo o Catania. E che dire allora di Luca Forte, attaccante del Varese in serie B (voto 7, è bravo anche lui)? Nelle curve dello stadio Barbera sarebbe un delirio: una urla “Luuuuca”, l’altra risponde “Fooorte”. Basta che nessuno aggiunga: cà pompa.

 Volgarità per volgarità, diciamola tutta, pescando anche dalle “battutacce” di scuola media. La Juventus (voto 8, mio malgrado) in semifinale di Europa League affronterà il Benfica: giocherà a Lecco?

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